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È nascere di nuovo, ritornare
l’ombra degli ulivi resta
fra una domanda e l’altra
il senso della meta
è credere ai rimedi più lontani
Non è più tempo
ma ora sono qui, pianta di sangue
La pioggia ha una sua voce
in questa riva a parte
racconta l’avvenire
soltanto se non smette
Le ore s’inginocchiano
scorrono a metà, manca il finale
il patto è un fotogramma
non domandarsi mai
come sarebbe stato
Graffia anche l’aria, si affila nelle vene
andando via
granitica discende nei polmoni e dice no
non puoi morire più
ma non ascolto mai
Sono galassie dentro, certi volti
attese irrinunciabili
timoni d’ancoraggio in mare aperto
il sacro dato al mondo
che non tradiamo mai
marina minet